Gravissima è la situazione della salute e del servizio sanitario in India: in questo immenso paese, che ha una popolazione di oltre un miliardo di persone, almeno la metà dei cittadini vive al di sotto della soglia della povertà (con meno di un dollaro al giorno) e appena un decimo guadagna abbastanza da pagare le tasse.
Il sistema sanitario indiano può vantare una buona qualità dei medici, ma chiaramente ciò non basta perché i conti vanno fatti anche e soprattutto con la scarsità dei mezzi economici e fattori esterni quali corruzione, sistema delle caste, superstizioni.
Non esiste la figura del medico di famiglia: chi sta male deve recarsi all’ospedale, se si ha la “fortuna” di averne uno raggiungibile con i pochi mezzi a disposizione, e lì vengono prescritte le terapie, che possono essere domiciliari o in regime di ricovero. Le medicine sono tutte a pagamento, ad eccezione di quelle tese a curare le malattie epidemiche o contagiose: lebbra, colera, malaria, tifo, TBC, AIDS.
E’ difficile spiegare a parole l’assurdo sistema sanitario indiano, in cui il disagio, per chi si ammala, è davvero terribile. Chi ha una malattia che è solo dell’individuo, anche gravissima come può essere un cancro, deve combatterla quasi da solo, deve cioè comprare tutte le proprie medicine. Per chi ha bisogno di una operazione, il ricovero e la stessa sono gratuite, ma bisogna provvedere in autonomia all’acquisto di tutte le medicine e di tutti i presidi medici necessari: se per esempio si ha bisogno di sostituire una valvola cardiaca, questa va comprata dal paziente stesso, insieme alle siringhe e le garze, all’anestetico ed il filo di sutura. Insomma tutto.
Durante il periodo di ricovero, inoltre, l’ospedale non passa alcun vitto, sono i parenti del degente che devono prepararlo. Anche il sangue si deve pagare, a meno che non si abbia un amico o un familiare che lo doni.
Il governo indiano concede la gratuità alle persone appartenenti alla cosiddetta categoria BPL, Below Poverty Line (della quale poi esistono diversi livelli: A-B-C, a seconda del quale viene dedotta una percentuale sul totale della spesa dell’operazione o della cura); tuttavia, in un mese, il numero di casi messo a disposizione dal governo per poter usufruire di queste facilitazioni è molto ridotto: si aggira ad esempio intorno alle 5-6 unità per l’ospedale di Trivandrum e per il reparto specialistico. Al di là dello scarso sollievo garantito da tale beneficio, le procedure per poter rientrare nei requisiti di idoneità sono lunghissime ed estenuanti, e spesso quasi inutile intraprenderle.
Inoltre le condizioni frequenti di malnutrizione (carenza di proteine e vitamine) e di mancanza quasi assoluta di igiene degli ambienti in cui si vive (le case hanno spesso per pavimento la spiaggia o la terra battuta), il clima caldo umido, le piogge frequenti e violente, l’ignoranza e la superstizione rendono le categorie più deboli (bambini ed anziani) esposte e senza difese contro molte malattie altrove debellate ormai quasi completamente, come la scabbia, o facilmente curabili come il morbillo, l’influenza, bronchiti e polmoniti. E molti soccombono, purtroppo.
Ecco perché anche il tuo sostegno è fondamentale: contribuisci ad offrire a queste comunità le cure mediche di base a cui non potrebbero accedere!