GIORNO 1:
…Appuntamento a Roma per i nostri 4 eroi alle 12.30…e si comincia così:
Dopo un viaggio che sicuramente non scorderemo (l’ora a girare in tondo a pochi chilometri dall’Areoporto Interanzionale di Dubai, perchè PIOVE, e il tentativo di Ludo, di rimanere a Dubai, cercando di perdere in tutti i modi il passaporto , sono solo alcuni esempi che posso fare…), atterriamo finalmente alle 9:00 all’aeroporto di THIRUNAVANTHAPURAM, per gli amici Trivandrum, dove ad accoglierci ci sono Lele e Fabio che ormai da due mesi sono qui in India presso la sede di Namastè Wings to Fly. Loro sarannoi nostri Ciceroni, per portarci a conoscere le personec che, Farmacisti in Aiuto, in collaborazione con La Roche-Posay sono riusciti ad aiutare quest’anno e i progetti attivi in questa zona dell’India, tra il Kerala e il Tamil Nadu.
Prima impressione: bè questi Indiani guidano proprio bene! Scordatevi il traffico all’europea, qui vige solo una legge: il più grosso comanda. E noi per fortuna siamo bene attrezzati con un minivan da 8 persone, con ruote slick (per migliorare i tempi di percorrenza) e per poter superare le motorette e taxi del posto senza problemi.
Basta suonare il clacson.
Primo appuntamento L’ASILO DI ARTURO DI POZHIYOOR, uno dei primi progetti messi in pista da Farmacisti in Aiuto. Qui ad attenderci ci sono una ventina di splendidi bambini che ci accolgono con collane di fiori e tanti “Namastè”
E alla fine:
A questo punto, un po’ assonnati (@Elena la prossima volta in aereo ti consiglio questa)
Partiamo alla volta dei primi malati: Harendra Kumar, Vishnu, Surendran, Radhakishnan, Alakananda.
Ritorniamo a casa, la prima impressione: giàin questo primo girono abbimao visto dei casi al limite, persone che veramente si faceva fatica a capire come potessero sopravvivere in queste condizioni, ma…TUTTE CON IL SORRISO. Questa spetto straordinario mi ha colpito profondamente e sarà un qualcosa che ci accompagnerà in tutto il nostro viaggio…il sorriso.
GIORNO 2:
La notte Indiana ha sicuramente molto di caratteristico: sei accompagnato in ogni fase, da qualche suono (cani festosi che giocano tra di loro, risvegliati dalla frescura della notte, corvi e uccelli di non riconoscibile provenienza che cinguettano allegramente e…bè le preghiere e i canti, udibili anche dall’altra parte del pese grazie a delle potenti casse, che partono dalle 4 del mattino, induista o cristiana che sia).
Sicuramente questo aspetto, oltre che il viaggio e il giorno 1, non ha facilitato la vita a Ludo, che dopo aver incontrato i bambini nel doposcuola di Purithapara,
ed aver visitato altri due malati, purtroppo ha dovuto temporaneamente lasciare la comitiva per potersi riprendere da una emicrania (ma tranquilli è stata aiutata più che egregiamente dalla famiglia che ci ospitava presso Namastè).
Nel pomeriggio, noi reduci, visitiamo per prima cosa altre tre famiglie in cui vivono in ciascuna, Renjith, Sonan e Vineeth, poi tre case famiglia dove vengono accolti ragazzi con storie problematiche (orfani, figli che purtroppo la mamma abbandonata non può mantenere etc..). Anche la loro accoglienza è stata fantastica e in questo caso l’aspetto che più mi ha impressionato è stata l’educazione con la quale, pur essendo ancora la gran parte molto piccoli, venivano da noi a prendere penne, matite e magliette del Milan (mannaggia a te Elena ) che avevamo portato.
GIORNO 3
dopo un’altra notte indiana, si parte finalmente per il Tamil Nadu una delle zone più povere dell’India, direzione: il pronto soccorso farmaceutico.
Ci aspettano tre ore di viaggio per raggiungere il villaggio, ma sicuramente, da buon trade marketing specialist, non potevo far mancare ai miei titolari PMan un retail tour presso una farmacia tipica indiana (con tanto di domanda al farmacista sul numero di ingressi giornalieri, con buona pace di Elena ).
Arriviamo al pronto soccorso farmaceutico, l’accoglienza è eccezionale come sempre. Stiamo assistendo all’inaugurazione del pronto soccorso farmaceutico in una delle zone più povere dell’India, una speranza per molte persone che avranno oggi la possibilità di farsi visitare da un medico, ma anche da un pediatra, fare un esame della vista, un ECG e prendere dei farmaci.
Una grande possibilità per queste persone, che in molti casi non vedono un medico da anni ma soprattutto per poter subito aiutare i casi più gravi.
Ps: grazie ad Enri, che di fronte a tutti i farmaci, ha fatto un ripasso di farmacologia di livello superiore, con meccanismi d’azione e interazioni connesse, che se avessi avuto lui come prof, avrei preso 30 all’esame.
Nel pomeriggio, dopo aver incontrato un’altra splendida bambina adottata da Lele, ci spostiamo verso Sud, per raggiungere la punta estrema dell’India, Kunyakumari e poter così vedere dove il mare del Bengala, il mar Arabico e l’Oceano Indiano si incontrano…
GIORNO 4:
questa l’ultima giornata dedicata per incontrare gli ultimi casi: Saritha, Arathy, Sindhu e AnilKumar.
Cosa posso dire: la povertà qua è di casa (per chi ha la fortuna di averne una)…alcune storie che ci sono state raccontante sono veramente incredibili, tanto che credo una delle domande che più volte personalmente mi sono posto è stata : ”ma come fanno a vivere?”. Vi assicuro che potessi passarvi le immagini che in questo momento, dopo avere visto tutto questo, ho nella mia testa, bè il primo pensiero che vi verrebbe in mente è aiutiamo tutti queste persone, perché non è umano.
Ma qui ci vuole la bacchetta magica, anzi no…
Elena ha chiesto di potere aiutare in maniera continuativa Alakananda, l’aveva promesso ai suoi figli, colpiti dalla sua storia..
Ludovica ha deciso di continuare a parlare di NO DISTANCE FOR CARE, sensibilizzando tutti i farmacisti che conosce, raccontando ciò che ha visto con i proprio occhi, la verità
Enrico, vista la situazione veramente molto critica di Arathy, vorrebbe aiutare la famiglia o nell’immediato con l’affitto di una casa per migliorare la sua condizione di vita, oppure qualora si potesse creare un progetto, creare un gruppo di persone per comprare un terreno dove costruire una casa.
Con il nostro contributo che abbiamo lasciato vorremmo:
- Dare un materasso antidecubito nuovo ad Anilkumar
- Mandare 6 macchinette per misurare la glicemia e aiutare cosi Vineeth, Radhakishnan e Surendra
- 25 € per le protesi di Alakananda
- Fornire una porta per dividere la stanza dal bagno a Surendran
- Dare un pavimento nuovo a Vineeth
- Aiutare, per quel che riusciamo, le persone che abbiamo incontrato devono continuare le terapie.
Posso parlare semplicemente per me in questo senso, da ragazzo di 28 anni, che per la prima volta ha vissuto un’esperienza di questo tipo in India.
Il vero sorriso è questo.
Non c’è distanza quando parliamo di aiutare le persone.
(Arathy: A soli sedici anni è affetta da lupus eritematosus sistemico ed anemia emolitica. A causa di tutte le medicine che assume, ha spesso crisi respiratorie e gonfiori diffusi…La casa dove abitavano è stata pignorata, quindi al momento, la famiglia vive in una “baracca” in alluminio).
Federico, delegazione “No Distance For Care” in India