“Meglio morire che sopportate torture quotidiane”: queste le strazianti parole con cui 3 giovani sorelle indiane hanno deciso di togliersi la vita. “Poco più 20enni e figlie di genitori indigenti – riporta il Messaggero – erano state date come mogli ad altrettanti fratelli di una famiglia benestante di proprietari terrieri”. Le tre donne, infatti, non sopportavano più le continue violenze da parte dei mariti, a cui hanno preferito il suicidio, coinvolgendo anche i rispettivi figli.
“Un gesto estremo che racchiude in pieno il malessere con cui le donne indiane sono costrette a convivere – spiega Tullio Dariol, presidente di Farmacisti in aiuto -. Con in nostri molteplici progetti attivi sul campo abbiamo potuto toccare con mano questa sofferenza: giovanissime donne, altre ancora bambine, private della propria infanzia, dell’istruzione, per essere date in sposa ad uomini adulti che pretendono da loro dei figli. Una cultura arcaica alle spese delle famiglie che vivono in condizioni di ingente povertà e che vedono nel matrimonio l’unica prospettiva di un futuro migliore.
L’obiettivo primario della nostra Onlus è Collaborare con le popolazioni povere e bisognose per favorire il loro progresso sociale e culturale così da poter un giorno lasciare operare in autonomia e piena dignità coloro che hanno beneficiato del nostro sostegno. Questo per fare in modo che le bambine possano rimanere tali e non vengano trasformate in mogli, soprattutto per questioni economiche”.
“Fondamentale – sottolinea il Presidente – è il raggiungimento di una certa indipendenza economica da parte delle donne indiane: a tale scopo abbiamo attivato il progetto “Essere donna non è un lusso”, un’iniziativa che mira a creare una rete di donne che producono beni di prima necessità, come gli assorbenti igienici lavabili, destinati alle donne, permettendogli di percepire una piccola fonte di reddito, ma non solo. Abbiamo anche sponsorizzato corsi di cucito per le ragazze, a cui a fine corso è stata donata una macchina da cucire; abbiamo donato i sementi per fare gli orti, per permettere le famiglie si produrre da sé verdure e ortaggi; abbiamo regalato dei pulcini e delle gabbie dove allevarli”.
“Il tutto – conclude Tullio Dariol – per dare alle donne una speranza di vita migliore, dargli modo di poter godere dei frutti del proprio lavoro e di raggiungere un’indipendenza sia mentale, che economica”.
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(Il Faro online)
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