Farmacisti in aiuto è tornata in India, nel villaggio di lebbrosi che ha sostenuto per tanti anni. “Un’emozione fortissima visitare il villaggio ed incontrare le persone, molte con i segni indelebili della malattia”.
Tutto inizia nel 1996, quando ventuno famiglie in cui uno o addirittura tutti i membri erano stati colpiti dalla lebbra, hanno iniziato a spostarsi dalle proprie case dirigendosi in uno stesso villaggio, emarginati dalla società per la paura del contagio.
La trasmissione, in realtà, non avviene attraverso un semplice contatto occasionale con i malati, al contrario la maggior parte dei casi si verifica dopo un contatto protratto nel tempo. Tuttavia questo non è stato sufficiente ad evitarne l’esclusione dalla vita sociale.
Inizialmente, per arginare in qualche modo questa situazione, le autorità locali e il Panchayat hanno provveduto alla costruzione di un riparo dove poter accogliere queste persone emarginate dalla società. Queste famiglie, infatti, provenienti da varie zone del Tamil Nadu e spesso appartenenti a culture e religioni differenti, vivevano sotto la soglia di povertà e, impossibilitati a qualsiasi forma di lavoro, erano costretti dalla propria condizione a chiedere l’elemosina. “Da un punto di vista sanitario, la situazione di fronte alla quale ci siamo trovati nel 2007, quando siamo stati in quel villaggio per la prima volta, era frequentemente critica: se in alcuni di questi ammalati la diagnosi puntuale aveva permesso di gestire la malattia con cure mirate consentendo di tenerla sotto controllo, in altri pazienti alla lebbra si aggiungevano patologie pregresse o collaterali” racconta Tullio Dariol, presidente di Farmacisti in aiuto.
Da allora, e per diversi anni, Farmacisti in aiuto si è impegnata insieme a Namaste ODV, partner per i progetti in India, alla tutela di queste famiglie per garantire un supporto concreto e duraturo che consenta loro di condurre una vita quanto più serena possibile nel rispetto della dignità personale.
“Per tanti anni, il supporto a questo villaggio ci è stato offerto dalla raccolta fondi organizzata in occasione della rappresentazione del presepe di Nepi (Vt). Grazie all’aiuto dei tanti visitatori che ogni anno si recavano a visitarlo, le condizioni di vita di queste famiglie sono nettamente migliorate: assistenza sanitaria adeguata, mezzi di sussistenza, educazione e istruzione per i bambini in età scolare”.
Oggi, purtroppo, Farmacisti in aiuto non ha più i fondi per poter garantire il sostentamento di queste famiglie ma “l’affetto ed il ricordo che ci lega a queste persone rimane vivo e forte” prosegue Tullio Dariol. “Per questo quando, insieme alla delegazione di Farmacisti in aiuto partita per l’India a fine 2018 per visitare i progetti, siamo arrivati nel villaggio abitato oggi da 38 famiglie, abbiamo scelto di contribuire personalmente con una piccola colletta tra di noi. Perché quello che non ci stancheremo di ripetere è che insieme si può fare molto”.