Per cercare di comprendere ancora meglio cosa significhi vivere in India per una famiglia povera, come quelle che sosteniamo grazie all’adozione a distanza, abbiamo scelto di parlarvi di “cucina e piatti tipici” in Kerala e Tamil Nadu.
Si consumano molti legumi e verdure, dei quali c’è una grande varietà. La frutta è molto buona e dolce. L’unica carne disponibile nei villaggi è quella di pollo, ma il pesce è più economico. Il latte si trova facilmente ma non è pastorizzato. Il riso è la principale fonte di carboidrati, ma si utilizza anche la tapioca.
I pasti principali
La colazione è un pasto vero e proprio, spesso si mangiano piadine cotte alla piastra: gli appam, a base di riso tritato e fermentato, mischiato a cocco grattugiato; i dosa, a base di farina di lenticchie mista a farina di riso fermentato. Queste (e altre) “piadine” sono sempre condite con il sambar, una zuppa di verdure molto speziata e piccante. Un’altra colazione molto popolare è il puttu, un cilindro di farina di riso mista a cocco, cotto a vapore e mangiato con banane schiacciate. Nelle colazioni più ricche si mangia anche carne o pesce.
Pranzo e cena sono costituiti da un piatto unico, detto meal (pasto) a base di riso. La differenza fra ricchi e poveri la fa sia il tipo di riso (quello venduto a basso prezzo con la tessera di povertà è generalmente una poltiglia insapore) che i condimenti. I ragazzi ricevono il pranzo gratis a scuola dalla materna all’ottava classe e ai bimbi poveri si distribuiscono anche due bicchieri di latte e un uovo ogni settimana.
Cosa si beve
L’acqua presa dai pozzi viene filtrata e bollita con l’aggiunta di erbe, alcune dall’effetto antibatterico, altre solo coloranti. Il chai, tè al latte, è onnipresente, viene consumato a colazione e a metà pomeriggio. Le strade sono contornate da baracchine che lo offrono a tutte le ore, assieme ai tipici cibi da strada, tra cui la porotta, una piadina di pasta sfoglia.
E ricordatevi che è tradizione assumere il cibo solo con la mano destra, senza posate!