Il termine nutraceutico, tanto attuale, è stato coniato in realtà già nel 1989 a Roma, per opera di un medico americano specializzato in endocrinologia e malattie metaboliche. È una crasi: nutraceutico è un alimento-farmaco che combina le proprietà accertate di elevata digeribilità e anallergicità dei cibi, con le proprietà curative di principi attivi naturali che posseggono una provata e riconosciuta efficacia. I nutraceutici sono ritenuti coadiuvanti della normale dieta o prodotti che integrano un’eventuale terapia farmacologica.
In realtà emerge sempre più la loro importanza nel mantenimento dello stato di salute e nella prevenzione delle malattie, tanto da essere riconosciuti come i “medicinali” delle persone sane. Affinché un nutraceutico sia degno di tale denominazione non si può però prescindere dal processo di produzione e dall’origine delle materie prime con cui viene realizzato. Numerosi sono gli esempi di estratti concentrati e standardizzati di piante utilizzati a scopo preventivo e/o di supporto alle terapie farmacologiche. L’estratto di fagiolo italiano (borlotto lamon), secondo gli studi finora condotti, sta dimostrando di possedere attività sul metabolismo del glucosio, con un contributo sulla modulazione della delle due parole nutrizione e farmaceutica ed è definito come un alimento che fornisce benefici per la salute, oltre al suo valore nutrizionale. Intervenendo sulla secrezione di grelina e sull’induzione di un maggior senso di sazietà. L’attività sarebbe riconducibile alla presenza di fitoemoagglutinina e di inibitori dell’alfaamilasi. Anche per l’estratto di Vaccinium Myrtillus, attraverso l’apporto di antocianine, gli studiosi stanno dimostrando proprietà benefiche contro l’insorgenza di diabete di tipo 2, come riporterebbero i dati di un recente studio. Una nuova scoperta per questo frutto, di cui già ben si conosceva l’azione sui disturbi visivi, sul benessere cardiovascolare e sui problemi cognitivi. Per quanto riguarda la curcumina, composto polifenolico presente nella curcuma, sono in corso studi atti a dimostrare, oltre alla capacità di ridurre i segnali di risposta infiammatoria, anche un ruolo come agente in grado di modulare importanti processi a
livello genetico. Sempre considerando l’efficacia, le piante eduli sono ricche di composti a basso peso molecolare in grado di mimare l’attività di farmaci di sintesi. Un esempio è l’oleocantale estratto dall’olio di oliva, analogo bilogico dell’ibuprofene. Quando
invece si parla di estratto standardizzato di foglie di carciofo (cynara scolimus), vengono subito alla mente i numerosi rimedi tradizionali antidispeptici, coleretici e colagoghi ma oltre a queste proprietà, più di recente si sono dimostrati gli effetti positivi anche nella riduzione del colesterolo totale e Ldl e un incremento del colesterolo Hdl in soggetti affetti da moderata ipercolesterolemia primaria.